2023, UN ANNO MOLTO COMPLICATO
di felice magnani
Ci sono momenti nella storia dell’umanità che lasciano il segno, il 2023 è uno di questi. L’Europa e il Medio Oriente fanno capire quanto il nostro piccolo mondo stia diventando sempre di più terreno di odi e cattiverie, di incalcolabili violenze che travolgono la vita umana in ogni sua forma, lasciando sul terreno devastazioni, morti e violenze di ogni tipo. E’ come se all’improvviso il delirio si fosse impossessato di una parte del genere umano, lasciandolo in preda a forme esasperate di follia mai viste prima, neppure nei momenti peggiori della sua storia. Ci sono voci che non vengono più ascoltate, appelli che cadono in un assurdo mutismo, sentimenti e valori, in particolare la vita, lasciati in pasto a inenarrabili violenze. Si tratta di guerre che ne sollecitano altre, che accendono continuamente focolai in ogni parte del globo, come se l’umanità si lasciasse sistematicamente travolgere da un male diventato padrone assoluto del campo. Chi ne fa le spese sono gli esseri più indifesi, come i bambini, le donne, gli anziani, i disabili, gli ammalati, tutte quelle persone che non vogliono la guerra, che non la conoscono e non la vogliono conoscere, che aspirano a un mondo di pace, che anelano al lavoro e alla condivisione, che rifiutano ogni forma di violenza, che credono nell’aiuto reciproco, nella possibilità di collaborare, di unire le risorse, di fare in modo che il mondo sia un immenso bene comune da conservare, promuovere e proteggere, dentro il quale la diversità diventi una straordinaria fonte di utilità per tutti, soprattutto per chi ha dovuto subire per troppo tempo le incongruenze della storia, le sue cattiverie, le sue inadempienze, la sua disumanità. Mentre la violenza si carica di mille volti e libera la sua folle corsa in ogni angolo del pianeta, l’essere umano si sente sempre più solo, si guarda attorno spaventato e inquieto, incapace nella maggior parte dei casi di dare risposte a comportamenti che non hanno più nulla di umano. Terribile è la crescita spaventosa dei femminicidi, la corruzione, l’arroganza e la trasgressione, l’insicurezza che s’insinua in ogni spazio della vita, la violenza che si consuma nelle vie, nelle strade, nelle piazze, incredibili sono le varie forme di prevaricazione che si consumano a danni di cittadini comuni, rei di vivere una vita normale, terribile è l’uso indiscriminato di sostanze chimiche, l’assoluta mancanza di buon senso da parte di chi guida sulle nostre strade, aprendo spesso le porte a incidenti mortali. Viviamo il tempo in cui l’educazione non esiste quasi più, un tempo dominato sempre più di frequente da chi tenta di padroneggiare gli altri, di violare sistematicamente le leggi che sovrintendono la nostra democrazia, base della nostra vita sociale. Assistiamo a una rapida decadenza del senso di responsabilità, all’appropriazione indebita di quei principi e di quei valori che sono il fondamento della nostra vita democratica, alla crescita di un individualismo sfrenato che regna sul rispetto delle più elementari norme di una corretta vita democratica. E’ molto difficile oggi definire e determinare un sistema educativo che possa richiamare con molto realismo i cittadini al rispetto di quella Carta costituzionale che i padri fondatori hanno voluto redigere e consegnarci per rendere più chiaro e agevole il nostro cammino. Il 2023 è stato e continua a essere l’anno più difficile della nostra storia, un tempo in cui ci siamo trovati spesso a riflettere sulla nostra vita, su quali strade intraprendere, su come continuare a realizzare quella volontà che abbiamo ereditato da chi ha sacrificato la propria vita per consentire alla nostra di poter esercitare nel miglior modo possibile il dovere di essere cittadini attenti e rispettosi della nostra amatissima nazione.
DAL DISCORSO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SERGIO MATTARELLA
di felice magnani
Un presidente straordinariamente paterno Sergio Mattarella, capace di affrontare con toni garbati e molto distesi, ma sempre molto attenti e puntuali anche i temi più scottanti, come le guerre e il terrorismo, le dinamiche di una società, quella italiana, alle prese con tutte le tematiche che la contraddistinguono e che ne rappresentano lo spirito e l’essenza. Il presidente non ha dimenticato nulla e nessuno, ha passato in rassegna le necessità e i bisogni di una nazione semplificando al massimo tutto quello che ne ha determinato la storia recente, volando con lo sguardo alto e chiaro di chi, passando in rassegna le parti di una realtà composita, ne sa cogliere con precisione difficoltà, aspirazioni e speranze. Nel discorso di fine anno del presidente ogni angolo, anche quello meno tecnicamente appariscente della nostra storia recente, è stato perfettamente collocato al suo posto e trovando una sua luce appropriata, dimostrando quanto Sergio Mattarella sappia vivere e interpretare la realtà italiana non come entità a sé stante, ma come somma di convergenze che, se ben assimilate e ben distribuite, sanno determinare la qualità, il carattere e il polso di una grande comunità perennemente alla ricerca di una composizione armonica delle proprie esigenze e delle proprie volontà. Tra gli spazi di primo piano del presidente fondamentale quello riservato ai giovani e alle loro necessità, ai loro problemi, alle loro capacità, quindi l’attenzione nei confronti di un mondo anziano che resta pur sempre punto di riferimento educativo di una nazione che vuole valorizzare al massimo i suoi componenti. Grande attenzione riservata dal presidente al ruolo della donna nella società, alla recrudescenza di femminicidi che ne ha caratterizzato la storia recente, puntando con decisione su un’educazione adeguata partendo dalle nuove generazioni, che metta al centro la persona nella sua dignità paritaria, allontanando quel malsano principio di dominanza che è stato alla base di un errato rapporto dei sessi in questi ultimi anni. Un grande spazio è stato riservato al tema della pace e a quello del lavoro. Un presidente, Sergio Mattarella, dotato di una formidabile visione della storia passata e recente, di una fortissima visione della realtà italiana e internazionale, capace di aprire sistematicamente le porte di un pensiero che ha un grande bisogno di trovare chi lo sappia condurre verso porti di riappropriazione e di speranza.