Ospedale di Varese, mercoledì 14 aprile 2021, h 10:00
2° bollettino dal fronte
Carissimi,
cerco di trascorrere un po’ il tempo scrivendovi. Le cure stanno incominciando a fare effetto. La saturazione sta tornando a livelli accettabili. Quello che mi pesa maggiormente è la reclusione forzata. Io per temperamento sono un libero, un randagio, uno che ha bisogno di tanta libertà, di spazio all’aperto, di aria, di camminare, di muovermi…..
Tuttavia anche in questi giorni di forzata inattività mi sovvengono due citazioni assai consolanti:
1) Disse Gesù a Pietro: “ In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi!” Con te al fianco son pronto ad andare ovunque! (Gv 21, 18-19)
2) “ Non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisura ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne! (2Cor 4,16 – 18)
Siete tutti nel mio cuore e nella mia preghiera. A presto!
Vostro,
don Fabio
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Ospedale di Varese, mercoledì 14 aprile 2021, h 15:15
3° bollettino dal fronte
Scrivo anche per ingannare un po’ il tempo che scorre……. molto lentamente.
Arrivano puntuali, in frotta, allegri, parlando e ridendo tra loro. Sono giovanissimi, spensierati, pieni di entusiasmo. La maggior pare sono donne. Vengono quasi tutte dal nostro carissimo meridione.
Arrivano alle 8:00, alle 15:00 e alle 21:00. Sono tutti bardati come cavalieri di una santa battaglia. Sono stati tutti assunti con concorsi speciali. Sono molto gentili, disponibili, cordiali.
Quando suoni il campanello corrono subito. Sempre sorridenti. Non ho mai notato alcun gesto di seccatura. Portano sempre la gioia. Hanno sempre parole di conforto. Fanno di tutto: pulizie, terapie, misurazioni, portano i pranzi, fanno ricoveri e dimissioni.
Sono molto uniti e collaboranti tra loro, sotto la guida saggia di medici e infermieri.
Sono i “buoni samaritani” di oggi. Essi:
1) passano accanto
2) vedono
3) si commuovono
4) si fanno vicino
5) fasciano le ferite versandovi olio e vino
6) e si prendono cura. (Lc 10, 33-34)
Il mondo ha un estremo bisogno di buoni samaritani del corpo e dello spirito.
Prego che la nostra comunità diventi sempre più una comunità di buoni samaritani!
Uniti più che mai nella preghiera!
Vostro, sempre,
don Fabio
Riflessione di Don Fabio dall’ospedale di Varese – 13 aprile 2021