18a riflessione dall’Eremo di S. Andrea. 29/04/2021 (h. 17:30)
Sull’Osservatore Romano del 22 marzo scorso – e su altre testate giornalistiche – leggo che il “Testimonium Flavianum” dello storico ebreo romanizzato Giuseppe Flavio, che costituisce la più chiara testimonianza della vita di Gesù tramandata da uno storico estraneo alla tradizione cristiana, è un documento autentico!
Lo ha scritto nel suo ultimo libro lo storico del mondo antico, professore emerito di filologia greca e latina, profondo conoscitore della cultura classica e autore d’importanti studi sulla storia antica, Luciano Canfora: La Conversione, come Giuseppe Flavio fu cristianizzato, Roma, Salerno Editrice, 2021.
Ecco cosa Giuseppe Flavio scrive – nell’anno 93-94 d.C. – a proposito di Gesù, nel suo testo “Antichità giudaiche”, al cap. XVIII, ai versetti 63-64 (è il cosiddetto “Testimonium Flavianum”):
«In quel lasso di tempo appare Gesú, uomo sapiente, sempre che si debba definirlo “uomo” (se pure lo si può definire uomo). Era infatti facitore di mirabilia, maestro di uomini: di quelli che con diletto accolgono le verità. E molti Ebrei e molti dell’elemento greco (pagano) attraeva a sé. Il Cristo lui era! (Egli era ritenuto il Cristo). E dopo che, su denuncia dei nostri notabili, Ponzio Pilato l’ebbe condannato alla croce, per lo meno quelli che per primi gli si erano affezionati non smisero (di esistere). A costoro riapparve infatti come vivo tre giorni dopo la morte: questo e miriadi di altre cose mirabolanti su di lui avevano detto i divini profeti. E ancora adesso non ha smesso di esistere la “tribú” dei “cristiani”, che da lui prendono nome».
È una testimonianza clamorosa, perché conferma la storicità del racconto dei vangeli (la predicazione di Gesù, i miracoli, la crocifissione e la resurrezione), ma anche perché è scritta da una tale personalità. Giuseppe, infatti, era nato a Gerusalemme nel 37 d.C. in una famiglia sacerdotale che faceva parte dell’élite del Tempio durante i fatti di Gesù. I suoi erano stati testimoni diretti di quei fatti. Lui stesso visse a Gerusalemme negli anni immediatamente successivi. Dunque nessuno come lui poteva smentire quanto era riferito nei Vangeli. Invece, lo conferma in pieno. Se, dal giorno in cui si diffuse a Gerusalemme la notizia della resurrezione di Gesù di Nazaret, le autorità avessero sbugiardato i “galilei”, indicando a tutti dov’era il sepolcro contenente ancora il corpo del crocifisso, Giuseppe Flavio avrebbe scritto che la notizia della resurrezione si era rivelata falsa. Ma così non fece. E neanche riporta la versione ufficiale delle Autorità religiose del tempo (che il corpo era stato trafugato dai suoi discepoli, vedi Mt 28,11-15).
Canfora, da filologo, conferma l’attribuzione a Giuseppe Flavio di questo testo. Ritiene che vi siano solo due frasi “inserite o ritoccate tardivamente” e sarebbero: “se pure lo si può definire uomo” ed “Egli era il Cristo”. Si deve anche affermare che, certamente, uno scriba cristiano non avrebbe mai scritto che «Egli ERA il Cristo!», ma piuttosto che «Egli È il Cristo!». Questo “documento storico” – che ci è pervenuto in due versioni: quella greca e quella araba – costituisce comunque una tra le prime testimonianze di origine non cristiana a menzionare e confermare l’esistenza storica di Gesù Cristo, appena 60 anni dopo la sua vicenda storica!
Certo, la nostra fede non ha bisogno di queste “conferme” per sussistere, ma essa è “ragionevole”, aperta alla ragione, e quindi c’interessa sommamente tutto quanto può confermare – dal punto di vista “razionale” – il “fondamento storico” da cui scaturisce!
Questa sarà l’ultima “riflessione” che vi mando. Infatti, oggi mi è giunto il risultato del “tampone molecolare” che ho fatto ieri: NEGATIVO!
In pratica, sono finalmente guarito a distanza di un mese da quando mi sono contagiato!
Ora, pian piano, cercherò di riprendere tutti i miei impegni. La prima S. Messa la celebrerò domenica in S. Andrea, alle ore 11:00.
Agli inizi di settimana prossima andrò tre/quattro a riposarmi (Lun. 3 – gio. 5). Da sabato 8 e domenica 9 (giorno in cui ci sarà la Prima S. Comunione del primo dei tre gruppi di ragazzi di 4a elementare) riprenderò tutti i miei impegni.
Vi ringrazio tutti di cuore per la vicinanza, l’amicizia e l’affetto che in questo periodo di emergenza mi avete dimostrato. Vi ringrazio altresì per la vostra sentita preghiera che ha “assediato” il cuore di Dio, senza lasciargli tregua!
Vi sento ancor più mia “famiglia” e mio “popolo”!
A presto!
Vostro
Don Fabio