17a riflessione dall’Eremo di S. Andrea. 28/04/2021 (h18:00)
Quando per dieci anni ho svolto il mio ministero di Cappellano degli Ospedali di Sesto San Giovanni, una delle cose che ho cercato di fare subito all’inizio, è la sistemazione della Cappella dell’Ospedale, perché ho sempre ritenuto che quel luogo – e in particolare il Tabernacolo ivi presente – fosse il “nocciolo incandescente” di tutto l’Ospedale. Da lì si irradiava quella forza di amare che – scaturisce dal Cuore squarciato di Gesù sulla croce – che avrebbe animato tutto il personale dell’Ospedale (medici, infermieri, personale ausiliario, tecnici, personale amministrativo, personale dirigente, personale addetto alla manutenzione e alla pulizia, volontari…) a donarsi agli ammalati affidati alle loro cure. E, ancor più, avrebbe sostenuto tutti gli ammalati ivi ricoverati e li avrebbe motivati a fare delle loro sofferenze una partecipazione al Mistero redentore di Gesù!
Nel ristrutturare e abbellire la Cappella misi in evidenza sui muri le immagini dei grandi Santi medici: S. Luca evangelista, i santi medici Cosma e Damiano, S. Raffaele arcangelo “medicina di Dio”, S. Riccardo Pampuri, S. Giuseppe Moscati, S. Gianna Beretta Molla… Se fossi ancora lì oggi, completerei la rassegna con un nuovo volto: il Beato José Gregorio Hernández Cisneros. La sua beatificazione avverrà dopodomani, venerdì 30 aprile 2021 nella chiesa della scuola La Salle di Caracas, col rito presieduto dal cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede e già nunzio apostolico in Venezuela, come delegato del Santo Padre.
José Gregorio Hernández Cisneros nasce il 26 ottobre 1864 ad Isnotú nello Stato di Trujillo, in Venezuela, primo dei sei figli. Rimane orfano della madre a otto anni. A quattordici anni, viene inviato dal padre a studiare presso il collegio Villegas di Caracas, dove completa brillantemente il liceo. A diciott’anni, s’iscrive all’Università Centrale di Caracas, per il corso di Medicina. Si laurea in Medicina a pieni voti, a ventiquattro anni. L’anno successivo, il Presidente del Venezuela, Paul Rojas, volendo dare un riconoscimento alle sue eccezionali doti di giovane medico tirocinante e ricercatore, lo sceglie per inviarlo a Parigi e Berlino, per continuare e perfezionare i suoi studi scientifici. Rimane per due anni all’estero, specializzandosi negli studi medici. A Parigi è apprezzato da docenti e colleghi, non solo per la sua intelligenza e per l’impegno nello studio, ma anche per le sue virtù cristiane, vissute con carità, rettitudine e purezza.
A ventisette anni, nel 1891, ritorna in Venezuela e intraprende la carriera universitaria, come professore e ricercatore. Nell’esercizio della professione medica, privilegia i poveri: non solo non esige alcun compenso, ma spesso dà loro i soldi per le medicine; lo chiamavano “il medico dei poveri”. Profondamente cristiano, non ha remore alcune nel professare apertamente la propria fede. Partecipa ogni mattina alla celebrazione della S. Messa, ricevendo Gesù eucaristico. Prima d’iniziare ogni lezione, si fa il segno della Croce.
Nel dicembre del 1899 fa la professione come “Terziario Francescano” associato alla fraternità della chiesa della Madonna della Mercede a Caracas, retta dai Frati Cappuccini. Da san Francesco d’Assisi impara come riconoscere Gesù sofferente nelle persone più povere. Nel suo intimo, avverte il desiderio di una vita totalmente consacrata al Signore, così nel 1907 decide di abbandonare la docenza per diventare religioso. Il suo direttore spirituale lo mette in contatto col priore della Certosa di Farneta, in provincia di Lucca, che accoglie la sua richiesta. Nel luglio del 1908, José Gregorio arrivò a Farneta. Dopo un mese di postulandato, viene ammesso alla vita monastica. Col nuovo nome di fra’ Marcello, riceve l’abito religioso; poi gli viene rasa la testa e tagliati i baffi, che abitualmente portava. Questa sua nuova vita non dura molto: ha un crollo fisico, dovuto al rigore della Regola certosina. Dopo nove mesi, quindi, deve tornare in patria, contro la sua volontà: i superiori decidono così per la sua salute.
José Gregorio riprende la propria attività, continuando a sognare il momento della consacrazione. Nell’ottobre 1912, il generale Juan Vicente Gomez ordina la chiusura dell’Università di Caracas, perché contraria al regime da lui instaurato. A quel punto, il dottore chiede e ottiene di essere ammesso nel Collegio Pio Latino Americano a Roma, dove rimane per otto mesi, impegnato nello studio della teologia e nel perfezionamento del latino. Tuttavia, di nuovo per motivi di salute, deve lasciare il Collegio e rientrare a Caracas nell’agosto 1914.
Tutti questi imprevisti gli fanno comprendere più chiaramente la volontà di Dio, che gli chiede di rinunciare all’ideale del sacerdozio e a quello di monaco certosino. La sua missione deve consistere nell’esercizio della professione medica, specie a favore dei poveri e di quanti fossero bisognosi di cure materiali e spirituali. Nei cinque anni successivi si dedica intensamente agli studi scientifici e, di pari passo, all’attività caritativa. Nel gennaio 1916 fonda la Scuola di Medicina Ufficiale, la prima nel Venezuela. Nel 1917 compie un viaggio a New York e a Madrid per alcuni approfondimenti accademici. Riprende l’insegnamento il 30 gennaio 1918. Vero medico delle anime e dei corpi, si prodiga oltre ogni limite nell’assistere gli ammalati colpiti dall’epidemia della “spagnola” che imperversa nel mondo in quell’anno.
Il 29 giugno 1919, il dottor Hernández si reca in una farmacia di Caracas per comprare delle medicine a un’anziana paziente, che aveva visitato poco prima. Appena uscito dal negozio, viene investito da una delle poche e lente automobili in circolazione a quel tempo. Trasportato in ospedale, riceve l’Unzione degli Infermi. Spira mormorando: «Oh, Beata Vergine!». Ha 55 anni.
I suoi funerali vedono la partecipazione commossa e incredula di autorità civili e religiose, accademiche e scientifiche e di una folla innumerevole, in segno di gratitudine e di venerazione nei suoi confronti. I suoi resti mortali, sepolti nel Cimitero Generale del Sud, sono stati poi traslati nella chiesa di Nostra Signora della Candelaria a Caracas.
La sua memoria liturgica è fissata al 26 ottobre, giorno del suo compleanno.
Vostro don Fabio
Jose Gregorio Hernandez Cisneros